2011-06-27 – Via ferrata Tridentina

27 Giu 2011 - Via ferrata Tridentina

Località di partenza - Parcheggio nei pressi del passo Gardena (quota 1956 m.) (BZ)

Distanza percorsa – 10 Km

Salita accumulata – 830 metri

Durata dell’escursione – 8 ore e 45 minuti

Profilo altimetrico dell'escursione

Foto e descrizione dell’escursione

Escursione effettuata con l’Associazione ZainInSpalla (www.zaininspalla.it) durante la settimana dolomitica 2011.

La via ferrata Tridentina che conduce al rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (2587 m.), nei pressi dell’omonimo laghetto è, a dispetto dei numeri, un percorso impegnativo e faticoso, soprattutto dal punto di vista nervoso. Il tratto in ferrata è lungo e lascia il segno. Dal punto di vista tecnico, il tratto è attrezzato in maniera impeccabile e se si rispettano le normali procedure di sicurezza per le ferrate, il percorso si fa in assoluta sicurezza.

Arriviamo al parcheggio, situato lungo la strada che da Corvara in Badia porta al Passo Gardena (e alla valle omonima) in corrispondenza del tornante a quota 1956 metri e dopo esserci preparati iniziamo l’avvicinamento alla ferrata alle 8:45 circa.

Pochi metri di facile sentiero e arriviamo ad un primo tratto di ferrata attrezzato su una parete quasi verticale.

Dopo la rituale foto di gruppo ci prepariamo ad affrontare la prima parete.

Il primo tratto di ferrata ci porta da quota 1985 metri fino a quota 2060 metri ed è per la maggior parte costituito da scalette e spuntoni infissi nella roccia che nella parte centrale è costantemente bagnata (e scivolosa). E’ il tratto meno interessante di tutta la ferrata ma serve a far capire a chi affronta questo percorso per la prima volta se è il caso di proseguire o di lasciar perdere, proseguendo sul sentiero normale. Ovviamente non è il nostro caso e questa breve scalata finisce solo per aumentare la nostra voglia di arrivare al Pisciadù usando mani e piedi.

Ed ecco gli ZIS in azione sulle prime rampe della Tridentina: Sonia e Renato

Agostino e Massimiliano

Alba e Marco

Michela ed io

ed infine Claudio ed Elena

Alle 9:30 raggiungiamo la fine del primo tratto. Una curiosa formazione di sassi ammucchiati è l’occasione per una foto ricordo.

Proseguiamo lungo il facile sentiero che ci porta verso l’attacco del tratto centrale della ferrata.

Uno sguardo verso il fondovalle è d’obbligo. Il paesaggio è spettacolare

Mentre ci avviciniamo all’attacco della ferrata diventa visibile il mitico ponticello che segna la fine della via ferrata e che visto dal basso sembra veramente irraggiungibile

Alle 9:50 circa raggiungiamo l’attacco della ferrata, a quota 2100 metri circa. Lungo la fune si snoda un’interminabile fila di escursionisti, essendo (purtroppo) la Tridentina, la ferrata forse più frequentata di tutte le Dolomiti.

Il tempo di organizzare il gruppo e iniziamo a salire. La salita è divertente, impegnativa ma se si osservano correttamente le regole di salita in ferrata mai pericolosa. I tratti esposti comunque sconsigliano vivamente questa salita a chi soffre di vertigini.

La piccola Elena, alla sua seconda Tridentina, in azione

Ecco invece Michela impegnata sulla salita

Qui è Alba, impegnata in un passaggio relativamente tranquillo

Il gruppo ZIS lungo la salita

Claudio, in testa al gruppo

Un’altra bella immagine del gruppo ZIS in salita, riconoscibile dalla grande quantità di "arancione" nel vestiario

Qui vediamo Renato impegnato lungo un tratto … esposto!

Ecco Elena che aggira uno spigolo roccioso, in uno dei passaggi più adrenalinici della scalata

Lo stesso passaggio, inquadrato dalle retrovie del gruppo. Qui la parete è quasi verticale e il guardare verso il basso mette veramente i brividi

Ecco Sonia impegnata nel superamento dello spigolo, seguita da Renato, alba e Marco.

Qui ecco Marco e Massimiliano, impegnati nello stesso tratto

Ci avviciniamo al pezzo più spettacolare, prima dell’inizio del terzo tratto di ferrata. Sonia, in primo piano e Renato

Il gruppo ZIS in prossimità della fine del secondo tratto di ferrata

Agostino e Marco

L’imponente parete della torre Exner e il gruppo sfilato che sale lungo la corda

Elena in azione

seguita da Massimiliano

Claudio raggiunge il sentiero, seguito a ruota dal resto del gruppo.

Siamo a 2390 metri e sono le 11:46. Lasciamo la ferrata e imbocchiamo l’inizio del "sentiero facile" per riposarci un po, prima di affrontare il tratto finale.

Ripartiamo che sono le 12:20 e iniziamo il tratto più spettacolare della ferrata. La parete è verticale e i passaggi sono impegnativi. Anche se aiutati da spuntoni e, in alcuni tratti anche da scalette, la tensione è al massimo. Nonostante si sia assicurati ad una robusta corda, una caduta avrebbe comunque serie e dolorose conseguenze, per cui non bisogna MAI allentare la tensione. Questo sono io!

E anche questo sono io, mentre affronto la scaletta

sul vuoto!

E qui sono sempre io.

Ecco invece Agostino

Questo simpatico passaggio annuncia la fine del tratto verticale

E scopre la vista del ponticello, che segna quasi la fine della ferrata. Siamo a quota 2480 metri, circa

Dopo il ponte, un ultimo tratto di via attrezzata ma ormai siamo alla fine

In lontananza ci appare il rifugio, dove ci aspetta il meritato riposo. Gli ultimi cento metri di salita ma soprattutto il calo di tensione lasciano il segno. Il breve tratto di strada fino al rifugio è estenuante e sembra non finire mai. Anche nelle precedenti salite della Tridentina (sono ormai alla quarta esperienza) hanno avuto su di me lo stesso effetto.

Arriviamo al rifugio che sono le 13:30 e ci godiamo un meritato momento di relax. La giornata è favolosa con cielo sereno e temperature ideali.

Restiamo a goderci il sole per quasi un ora e, alle 14:30 ripartiamo per la discesa che ci porterà a raggiungere le auto, passando per la val di Mesdi. Una puntatina al laghetto Pisciadù è d’obbligo

Prima di iniziare a scendere, il sentiero passa davanti al tratto finale della ferrata e al ponticello: visto da qui, questa parte di sentiero mette ancora più paura.

Il sentiero di discesa non è proprio agevole e, anche a causa della stanchezza accumulata, richiede estrema attenzione. Alcuni tratti sono attrezzati con corde fisse che aiutano e danno sicurezza

Panorama, ovviamente, da favola

La discesa prosegue sul sentiero che percorre la Val di Mesdi

Alle 16:18 a quota 2060 raggiungiamo l’incrocio con il sentiero che conduce al passo Gardena.

Il sentiero ci riporta quasi all’attacco del secondo tratto di ferrata, sotto la cascata formata dal rio Pisciadù.

Ci concediamo l’ultima foto di gruppo sotto la spettacolare cascata. Poi, stanchi ma felici percorriamo l’ultimo tratto di sentiero, che alle 17:30 circa ci porta alle auto

Non ci resta che tornare in albergo e goderci la meritatissima cena.

Qui puoi trovare la traccia GPS (formati .plt e .gpx)

2011 06 27 Via Ferrata Tridentina (ZIS)

Autore: Marco DT