2021-05-15 Le creste dei Piani di Pezza

2021-05-15 Le creste dei Piani di Pezza

Localita' di partenza – Rovere (AQ)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.178212, 13.514611, 1370 metri

Distanza percorsa – 31.40 Km

Salita accumulata – 2019 metri

Durata dell’escursione – 10 ore 15 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Questo giro nasce su ispirazione di Augusto, che lo ha fatto la scorsa settimana. Non sono potuto andare con lui ma la voglia di farlo mi è rimasta. Dopo averlo consultato per qualche informazione decido di provarci ma facendolo, contrariamente a lui, in senso antiorario e poi, vedremo il perché.

Sveglia alle quattro e mezzo per partire alle cinque da Roma, appena dopo la fine dell'orario del coprifuoco. Un'ora e mezzo di strada fino a Rovere, punto di partenza del giro, accolto da una strepitosa immagine del Monte Sirente.

Pochi minuti per prepararmi e mi avvio. Sarei potuto arrivare fino al Rifugio del Lupo con l'auto ma questi primi due chilometri e mezzo in leggera salita su una bella stradina poco frequentata, sono un ottimo riscaldamento prima di affrontare la parte più dura della giornata.

Mezz'ora e sono al Rifugio del Lupo, quota 1490. Alla fine dell'asfalto lascio la strada e mi dirigo a destra, direzione Nord, per affrontare i quasi seicento metri di dura salita fino alla vetta del Monte Rotondo.

Ora, facendo il giro in senso orario, questo ripido e scomodissimo tratto, pieno di erba scivolosa, rocce e ginepri capita alla fine e scenderlo non è il massimo. L'ho fatto tanti anni fa e lo conosco e quindi ho preferito affrontarlo in salita.

Cercando la via più sgombra dalle siepi di ginepro, la salita procede regolare nonostante la pendenza severa. A metà dell'ascesa le nubi cominciano ad addensarsi sul percorso e finisco per non vedere più nulla.

Intorno ai duemila inizio a trovare la neve, caduta nei giorni scorsi, che imbianca il prato. Fortunatamente non è alta e si procede con tranquillità.

È passata un'ora circa dall'inizio della salita e arrivo sulla cima di Monte Rotondo, 2060 metri. Riesco a farmi una foto ma si intravede a malapena la croce.

Riparto, sempre immerso nella fitta nebbia, seguendo la strada sterrata che percorre tutta la cresta fino a Colle del Nibbio, a quota 1914 metri. Sono le nove e intravedo qualche squarcio di azzurro fra le nubi. Incrociamo le dita. Farsi un giro del genere senza vedere nulla, non è proprio il massimo.

Si, il santo protettore degli escursionisti mi ha risparmiato la vista della montagna deturpata dagli impianti sciistici ma superata l'ultima seggiovia le nuvole cominciano a diradarsi e tutto lo splendore dei Piani di Pezza e delle sue vette comincia a farsi vedere.

La strada sterrata termina qui al Nibbio e si prosegue su sentiero, che ricomincia a salire. Davanti a me, Punta dell'Azzocchio, 1952 metri. Dopo il fresco patito dentro la nebbia, una salitella per riscaldarsi ci vuole.

La via è sgombra dalla neve e si sale bene. Sono le nove e mezzo circa quando arrivo in vetta all'Azzocchio. Il cielo, sula piana, è quasi del tutto sereno e le nuvole si sono allontanate, gratificando la vista durante la fatica del cammino.

Sempre su cresta, con dolci saliscendi, alle dieci arrivo all'anticima Est di Cimata Di Pezza, 2074 metri. Foto di cima e via, a raggiungere la successiva meta.

Intanto, la neve ancora presente qui, copre il sentiero di cresta ma non è ghiacciata e tiene molto bene, viste anche le basse temperature che ancora ci sono. Camminare su di essa finisce per risultare comodo e alla fine lo preferisco rispetto al terreno sassoso.

Un'altra mezz'ora e sono su Cimata di Pezza, 2132 metri. Anche qui, sosta per la foto e via. Oggi si dedica un po' di attenzione in più anche al cronometro, oltre che al bellissimo paesaggio.

Altri venti minuti di saliscendi senza troppe difficoltà e arrivo su Cimata di Puzzillo, 2140 metri. Ed ora arriva anche un piccolo tratto tecnico, non difficile, ma dove tocca prestare molta attenzione. Il sentiero di discesa fino al Sebastiani è pieno di enormi rocce dove tocca districarsi per passare ma fortunatamente sono pulite dalla neve e quindi il rischio non remoto di sprofondare in qualche buca, è scongiurato.

Superato il pezzo più complicato, rapidamente arrivo nei pressi del rifugio. E intanto il suo custode, un grosso maremmano che vedo spesso quando veniamo qui, decide di accogliermi in maniera molto minacciosa. Appena mi vede inizia a corrermi incontro abbaiando e ringhiando.

Io, rimanendo immobile, cerco di ignorarlo ma intanto prendo a volo la picca dallo zaino, non si sa mai. E il grosso bestione, una volta arrivato nelle vicinanze, sempre abbaiando, mi gira intorno e visto il mio disinteresse decide di smettere di fare casino e se ne va per i fatti suoi.

Salutato il quadrupede supero il rifugio, ancora semisepolto dalla neve, ed inizio la salita verso il Costone. Una bellissima neve mi permette di salire senza dover indossare i ramponi. Tengo sempre la piccozza, per poter far fronte ad un'eventuale scivolata.

Dopo cinque ore esatte di cammino, sono in vetta al Costone, che con i suoi 2274 metri è la vetta più alta della giornata.

Foto di cima sul Costone, vetta più alta della giornata

E sul Costone mi concedo la prima ed unica sosta lunga della giornata. Mangio qualcosa e scatto qualche foto delle belle montagne del Velino che mi circondano.

È ora di ripartire. Manca ancora molta strada e le fatiche non sono finite. E intanto ritornano a scendere di nuovo le nuvole. Per fortuna che il sentiero è ben visibile e il GPS mi da una grossa mano, in caso di incertezza.

Ma il blackout dura poco e si torna a rivedere di nuovo il paesaggio. La Valle di Teve si scopre, lasciandosi ammirare in tutta la sua maestosità, così come la vetta del Velino, raggiunte entrambe poche settimane fa.

Arrivo così alla successiva meta della giornata, Punta Trento, 2243 metri. Pochi minuti e via, senza indugio a scendere fino alla sella che la separa da Punta Trieste. Il sentiero è sul versante Sud della cresta ed è quindi pulito dalla neve e in circa mezz'ora raggiungo la vetta. Siamo ora a 2230 metri di quota.

Il successivo tratto è meno ondulato. Anche qui, una mezz'ora di divertente cammino più in discesa che in salita,su neve dura mi conduce fino a Capo di Pezza, 2176 metri.

Anche questo tratto di cresta è terminato. Lascio la direzione per Costa Stellata e giro di nuovo verso Nord, verso le ultime tre cime. Il sentiero prosegue molto ripido ora per scendere al Vado di Castellaneta. Il primo pezzo è innevato e si procede veloci e sicuri. Il secondo tratto invece è un po' più scomodo ma alla fine la sella è raggiunta.

Mi restano da salire un centinaio di metri fino al Costone della Cerasa, dove sono le ultime cime della giornata.

Raggiungo, in rapida successione, la Costa della Tavola, 2186 metri, la Cimata della Cerasa, 2158 metri ed infine la Costa della Cerasa, 2119 metri prima di scendere al Vado di Roscia Grande.

Ormai resta solo la discesa finale. Dal vado parte un sentiero più diretto, il 10A, che scende alla strada sottostante ma io, dovendo seguire il percorso Augusteo, proseguo e scendo per il sentiero 10, che arriva alla Costa dei Vecchi.

Dopo la discesa iniziale, la via inizia un lungo saliscendi fino ad arrivare alla Costa dei Vecchi e al bosco dove, nonostante la traccia GPS finisco per perdere la via segnata e inizio a scendere dove trovo spazio fra gli alberi, fortunatamente non fitti.

E dopo circa centocinquanta metri di smadonnamenti vari, ritrovo una parvenza di sentiero che prontamente inizio a seguire fino ad arrivare alla fine, sano e salvo, al Vado del Ceraso.

E il grosso è fatto. Dal Vado, una comoda strada sterrata, praticamente pianeggiante mi riporta velocemente al Rifugio del Lupo.

Mi soffermo per una rapida occhiata a questo splendido altipiano e alle sue montagne, prima di affrontare la mezz'ora di discesa finale fino al paese, allietato dalla vista del Monte Tino, meglio conosciuto come Serra di Celano, dove arrivo dopo circa dieci ore e un quarto di appagante camminata.

Non resta che cambiarmi e tornare a casa, a Roma.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

2021-05-15 Le creste dei Piani di Pezza