2021-03-05 Dal Morrone a Macchia Triste

2021-03-05 Dal Morrone a Macchia Triste

Localita' di partenza – Corvaro, Borgorose (RI)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.166992, 13.310683, 950 metri

Distanza percorsa – 17.70 Km

Salita accumulata – 1580 metri

Durata dell’escursione – 7 ore 31 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Continua il Totocolori e, avendo vinto un'altra settimana di libertà, almeno in parte del Lazio, ne approfittiamo.

Insieme a Massimo e Matteo organizzo un giro, sempre in quel dei Monti Della Duchessa, visto che da Roma sono i più vicini, anche per approfittare della neve che ancora li copre in maniera copiosa.

Partenza alle sei e trenta da Roma, ormai un'abitudine consolidata, e arrivo a Cartore dopo un'oretta di strada. È venerdì, è presto e al parcheggio stavolta siamo solo noi. Pochi minuti per indossare gli scarponi e si parte.

Per la salita seguiamo la via sterrata che va per la valle di Cesa, come un mese fa, insieme ad Augusto.

La strada presenta un buon fondo ma la pendenza è notevole e ci permette un ottimo riscaldamento. Procediamo con un buon passo lungo i ripidi tornanti mitigando la fatica con chiacchiere e risate.

Un'oretta di salita e iniziamo a trovare la prima neve: molto più in alto di un mese fa e soprattutto molto più dura e in alcuni tratti ghiacciata. La progressione richiede qualche precauzione ma almeno non si affonda e si va su veloci.

Qualche minuto di cammino e arriviamo alla radura da dove il Morrone fa la sua presentazione, mostrandosi in tutta la sua bellezza.

Superata la radura, rientriamo nel bosco ma stavolta con una pendenza molto più blanda, fino ad arrivare alla fine del bosco, a quota 1700 metri circa. Un breve tratto di salita più ripido ed arriviamo sull'ampia cresta che conduce alla parete Sud - Ovest del Morrone.

Una volta sulla cresta si scopre davanti a noi il bel paesaggio del Murolungo, che sovrasta la valle con le Caparnie. Una breve sosta e si riparte.

Velocemente arriviamo ai piedi della parete finale, dove passa il sentiero che sale al Morrone, arrivando da Fonte Salamone.

Anche questa volta, come la precedente, decidiamo di non seguirlo e di affrontare la vetta con un bel dritto per dritto, puntando il canalino che sta davanti a noi, anche se stavolta ha molta meno neve.

Si sale bene su neve dura e compatta. Gli scarponi fanno buona presa anche senza ramponi e quindi evitiamo di indossarli. Però prepariamo comunque la piccozza, nel caso si dovesse affrontare qualche scivolone.

Rapidamente arriviamo alla parte più stretta e ripida del canalino e li ci divertiamo nell'affrontare la scalata, fra neve e rocce, fino a raggiungere la cresta poco dopo le dieci.

Intanto Matteo chiede: "Ma in inverno, i grifoni dove vanno?". Tempo pochi minuti è arriva la risposta, un magnifico esemplare ci sorvola molto da vicino e una volta lasciatosi ammirare si allontana leggero e maestoso.

Purtroppo insieme a noi, arrivano anche le nuvole. La visibilità cala e vedere il bordo è praticamente impossibile. Seguiamo il tratto non coperto dalla neve anche perché non riuscendo a percepire la fine del manto nevoso, si corre il serio rischio di precipitare nel vuoto.

Arriviamo così, alle dieci e mezzo circa, sulla vetta del Morrone.

Io, Matteo e Massimo in cima al Monte Morrone

Non si vene nulla e siamo un po' delusi. Riusciamo a fare solo un autoscatto per documentare la vetta prima di ripartire, abbastanza decisi ad abbandonare e riscendere piuttosto che viaggiare senza vedere nulla.

Comunque, torniamo sui nostri passi diretti verso Cima ZIS. Dopo qualche minuto le nuvole iniziano ad alzarsi e la situazione inizia a migliorare. Vale la pena proseguire. Il sentiero che passa in cresta è quasi tutto scoperto e la Cima ZIS viene raggiunta velocemente quando sono passate da poco le undici.

Ci attardiamo in cima per qualche minuto per le rituali foto prima di scendere di qualche metro per trovare un riparo dal venticello fresco che soffia in vetta.

Ci fermiamo appena sotto la cima e approfittiamo per mangiare, anche se è presto. E dopo la pappa, un ottimo Arancello, preparato da Massimo, per digerire ma soprattutto per affrontare la discesa più allegramente.

Ripartiamo dopo la lunga sosta lungo la cresta che scende a Vado dell'Asina. La via è coperta da una bella asfaltatura di neve, larga e compatta. Si scende quasi al trotto, in tutta sicurezza, fermandoci solo per le foto del paesaggio che si mostra ai nostri occhi. Non c'è il sole ma fa niente.

Arriviamo così al vado, 1900 metri, praticamente a mezzogiorno. È presto, il cielo si è aperto e allora si prosegue.

Davanti a noi, la cima dell'Uccettù che raggiungiamo in pochi minuti di facile salita. Foto ricordo con il gruppo del Velino, completamente imbiancato che ci fa da cornice, e si riparte, obiettivo la sella sotto la Cimata di Macchia Triste.

Bordeggiando la cresta, ancora bella ricca di pericolosi accumuli strapiombanti di neve, arriviamo ai 1950 metri della sella per affrontare di petto la salita fino a Macchia Triste.

Affrontiamo la divertente salita aiutati sempre dall'ottima neve che oggi ci accompagna, approfittando anche per fare qualche foto quasi da grandi alpinisti fino a raggiungere i 2050 metri della crestina finale.

Pochi metri ancora e, all'una e mezzo, siamo in cima. Foto album sempre col bellissimo scenario del Velino e iniziamo la discesa verso la vicina Valle Fredda prima e il lago della Duchessa poi.

Superiamo il lago, completamente ghiacciato e coperto di neve per proseguire fino alle Caparnie, dove ci fermiamo per l'ultima sosta prima di affrontare la discesa per il Vallone del Cieco e la Valle di Fua, discesa che percorriamo in meno di un'ora per essere a Cartore poco dopo le tre.

Anche questa bella escursione è terminata. Veloce cambio d'abito e si parte: destinazione Birrificio del Borgo per il meritato "terzo tempo" prima del rientro a Roma.

Grazie Matteo e Massimo per la bella compagnia.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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