2012-03-17 Monte Amaro via Direttissima

17 Mar 2012 - Monte Amaro per la Direttissima

Località di partenza – Fonte Fredda – 1245 metri (Passo San leonardo, AQ)

Lunghezza dell'escursione – 10,9 Km

Salita accumulata – 1567 metri

Durata dell'escursione – 6 ore 31 minuti

mappa dell'escursione

Profilo dell'escursione

Vista 3D

Racconto e foto dell'escursione

Questa escursione l’avevo già programmata per questa estate, alla prima occasione di un viaggio in Abruzzo al mio paese. Girando su Internet, invece, ho avuto modo di leggere il racconto di questa escursione, fatta domenica scorsa e ho cominciato a fare la bavetta come un San Bernardo. Ci ho rimugunato tutta la settimana e oggi ho deciso di provarci. Dalle foto viste su Avventurosamente le condizioni della neve sembravano ideale e alla mi sono deciso. Partenza da Roma alle 5:00 e arrivo a Fonte Fredda in tempo per partire alle 7:00 a camminare con il sole ancora a riposare dietro i monti.

Le temperature sono ancora molto basse e fortunatamente questo rende la neve ancora molto compatta, impedendo di affondare. Nel bosco gli accumuli intorno alle siepi sono molto insidiosi e ogni tanto qualche buca si trova.

Intanto il sole comincia a illuminare il Morrone.

Vedo davanti a me l’imponente muro che dovrò scalare per raggiungere la vetta. L’ombra che ancora lo avvolge lo rende ancora più preoccupante ma come sempre le difficoltà si affrontano per piccoli passi e quindi mi concentro per cercare la via per superare il tratto del bosco

I segni del sentiero, all’inizio sono coperti dalla neve per cui mi affido al GPS e alle tracce di qualche mio predecessore per evitare i tratti non calpestati. Arrivati nel bosco, qualche segno si comincia a vedere sugli alberi. Intanto lungo il sentiero la neve ghiacciata e qualche piccola scivolata mi consigliano di indossare i ramponi.

Dopo un’ora di cammino, alle 8:00 raggiungo la fine del bosco, a quota 1700 metri circae davanti a me appare l’imponente rava della Giumenta Bianca: un lungo e ripido canalone ancora del tutto innevato che dovrò risalire per raggiungere la meta. Oggi la neve è stabile e sicura ma dopo le recenti nevicate di febbraio questo avvallamento era il posto più sicuro per beccarsi qualche scaricata di neve. Davanti a me comincio anche a vedere qualche altro camminatore che risale la Rava.

Intanto il sole comincia timidamente a fare capolino dal costone destro della rava.

Con i raggi del sole ad illuminare la salita anche i colori del paesaggio cominciano a diventare più invitanti.

Sono le 8:30 e sono a quota 1900 metri circa. Qui la strada si impenna ulteriormente. Approfitto dello sciatore incontrato salendo per farmi fare una foto.

Continuo a salire di buona lena senza ancora cercare conforto in un’andatura a zig-zag. Alle 9:00 circa raggiungo quota 2180 metri. Il bello di questa salita è che con questa neve e guardando davanti non se ne apprezza la pendenza. Sono solo le gambe che ti ricordano che invece si sta risalendo su un pendio che diventa sempre più ripido. Una foto del fianco della rava rende l’idea della salita …

Davanti vedo la sommità finale. Ogni volta che alzo lo sguardo sembra che qualche dispettoso essere l’abbia spostato più in alto. Nel tratto superiore della Rava il canalone si sdoppia per aggirare una serie di imponenti formazioni rocciose. Il mio percorso prevede di passare a destra.

Sono le 9:20 e sono a quota 2280 metri. Comincio a intravedere la selletta, a quota 2600 metri, sulla destra della salita. Intanto il sole comincia a farsi sentire ma in maniera piacevole. La giornata è tipicamente primaverile

Lo sguardo verso il basso è notevole. Si vede tutta la strada percorsa dai 1700 metri della fine del bosco. Intanto la rava si è riempita di sciatori. Sembra di essere sulle piste di Campo Felice! Questo percorso è il paradiso per chi pratica sci-aplinismo in quanto la dura fatica della salita al Monte Amaro è ripagata da una pista di discesa senza eguali …

Un’altra immagine del pendio ripido che sto salendo. Sulla sinistra il Morrone di Pacentro e in fondo si intravede imbiancata la catena del Gran Sasso e del Centenario

Sono in vista della selletta. Mancano pochi metri ancora pochi metri. Comincio ad accusare un po di stanchezza ma bisogna stringere i denti e proseguire.

Alle 10:14 raggiungo i 2616 metri della selletta. Mancano ancora 180 metri circa per la vetta. Mi concedo qualche minuto di riposo prima del gran finale. Intanto arriva a farmi compagnia uno sgradito venticello. Temo che ancora una volta il Monte Amaro manterra la sua fama … ventosa!

Va bene cosi. Ci penseremo su. Intanto ecco una bella panoramica scattata dalla sella, a quota 2616 metri.

Si riparte. Dalla sella aggiro la sommità finale passando a destra per mitigare un po la pendenza e per cercare di stare sul lato riparato dal vento. Sono alla fie e la fatica si fa sentire. Uno sguardo al fondovalle comunque mi da la forza per continuare.

Finalmente …

Comincio a vedere la croce situata sulla cima. Gli ultimi passi sono lenti e faticosi e il vento gelido che si fa sempre più intenso non mi aiuta.

Ore 10:48. Dopo 3 ore e 48 minuti di faticosa salita raggiungo per la quarta volta i 2793 metri del Monte Amaro.

Il vento è insopportabile. Mi trattengo pochi minuti per fare qualche foto in cima e per osservare il meraviglioso panorama che ho intorno. Quindi mi infilo nell’astronave (il bivacco Pelino) per mangiare qualche cosa e riposarmi prima della discesa.

Faccio fuori i miei due panini con miele e marmellata e alle 11:10, adeguatamente coperto, inizio a scendere. Il vento è veramente freddo e fastidioso ma la discesa verso la sella è rapida e tranquilla. Alle 11:30 sono alla sella e già sembra di essere in un altro monte. Mi alleggerisco della giacca a vento, ormai inutile e mi accingo alla ripida discesa verso la rava.

Uno sguardo obbligato al Gran Sasso e alla catena del Centenario …

Inizio la ripida discesa. La neve si mantiene ancora compatta ma non ci sono formazioni ghiacciate e comunque ramponi e piccozza fanno il loro dovere. Devo dire che in discesa la rava della Giumenta Bianca fa veramente impressione.

Scendendo, oltre alle decine di praticanti sci-alpinistici, l’immancabile quadrupede a trazione integrale.

Qualche foto dell’orrida discesa …

Sono le 12:35 circa quando raggiungo la fine della rava. Intanto la temperatura ricorda più una giornata di Giugno che di Marzo. Un ultimo sguardo allo splendido canalone appena disceso …

Ecco un’altra panoramica del Morrone di Pacentro

Da qui in poi l’avanzare diventa molto faticoso. La temperatura alta ha reso la neve un pantano cedevole e il tratto nel bosco diventa una trappola. Si sprofonda ad ogni passo ma ormai ci siamo quasi.

E, alle 13:30, dopo un’ora di faticosa camminata nel bosco raggiungo fonte fredda e la fine della scarpinata

Ed ora qualche considerazione tecnica:

Nel preparare quest’escursione ho provato a prendere come riferimento la direttissima al Monte Velino, che ho già fatto tre volte: il dislivello è praticamente uguale cosi come la distanza. La salita al velino, però, presenta molte varietà di terreno e di tratti più o meno tecnici. Non è monotona e alla fine mitiga la fatica con l’estrema varietà.

La rava del Monte Amaro, invece, è un muro interminabile e sempre uguale. Si vede la meta finale praticamente per tutto il percorso e cosa più pesante di tutte …

… non arriva mai!

Comunque, fatta in condizioni invernali con i ramponi è una salita bella, tecnica e impegnativa:

è da rifare senz’altro.

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx

2012-03-17 Monte Amaro da Direttissima (MdT)