2023-09-09 Traversata F. Cerreto F. Vetica


2023-09-09 Traversata F. Cerreto F. Vetica

Localita' di partenza – Parcheggio M. Simoncelli, Fonte Cerreto (AQ)
Coordinate e quota di partenza (WGS84) – 42.426399, 13.527457, 1148 metri
Localita' di arrivo – Fonte Vetica (AQ)

Distanza percorsa – 27.40 Km
Salita accumulata – 2860 metri
Durata dell’escursione – 10 ore 40 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Sono tante ormai le escursioni che hanno visto Fonte Cerreto come base di partenza e non poteva mancare il percorso principe del Gran Sasso, il Sentiero del Centenario.
Insieme ad Augusto ho cominciato a pensarci prima dell'estate e in quest ultimo fine settimana siamo riusciti ad incastrarlo.
Un grosso ringraziamento va ad Antonella, senza la quale non avremmo potuto farlo o comunque avremmo dovuto spendere molto tempo a lasciare la macchina all'arrivo per poi tornare alla partenza.
Per sfruttare il più possibile le ore di luce siamo partiti da Roma molto presto per essere al parcheggio di Fonte Cerreto alle sei e trenta, quando iniziava ad albeggiare.
Preparazione veloce, panino con marmellata visto quello che ci aspetta e via, si parte. Lasciamo il Parcheggio Simoncelli e arriviamo in piazza, davanti al bar di Fonte Cerreto dove ci aspetta una piacevole sorpresa: Alba, Marco, Massimiliano e Renato che si accingono a partire per Fonte Vetica dove andranno ad arrampicare.
Qualche minuto per i saluti e per un autoscatto prima di metterci in movimento. Saliamo per il sentiero dei Valloni, tracciato ripido e bello che passa sotto la funivia del Gran Sasso.
Anche se oggi non è nostra intenzione correre, saliamo comunque di buona lena. Poco più di un'ora e mezza e siamo al parcheggio di Campo Imperatore.
E quì, un altro piacevole incontro: ci sentiamo chiamare e vediamo arrivare Agostino e Lorenzo che si accingono a partire per affrontare la via che porta alle Malecoste.
Breve saluto e auguri reciproci per le rispettive imprese e via, di nuovo in marcia. Prendiamo il sentiero che, da dietro all'osservatorio, porta alla Sella di Monte Aquila e poi al Corno Grande.
Seguiamo quest'ultima via fino alla deviazione per il Monte Aquila che raggiungiamo alle nove in punto, in anticipo sulla tabella di marcia che ci eravamo preparati.

Monte Aquila

Ci fermiamo per consumare un piccolo spuntino prima di ripartire. La discesa verso Vado di Corno e scorrevole e veloce ma comunque lunga e impieghiamo quasi un'ora per concluderla, arrivando al valico poco prima delle dieci.
È d'obbligo ora la tradizionale foto sul cartello che indica l'inizio del Sentiero del Centenario. Si comincia ora a fare sul serio.
La prima parte è agevole e in leggerissima salita. Procediamo spediti prima di affrontare la salita per il Brancastello. Superiamo un gruppetto che avevamo visto imboccare il sentiero mentre scendevamo al vado e ci sentiamo chiamare: è Lucio, incontrato in occasione di un'escursione sul Porrara.
Ci fermiamo un attimo per condividere i percorsi che ci attendono e per fare qualche foto prima di proseguire.
Inizia la salita per il Brancastello. Circa quattrocento metri divisi in due sezioni, ripidi ma su facile sentiero che non da assolutamente problemi fino a raggiungere la vetta del Monte Brancastello, poco dopo le undici, seconda cima della giornata.

Monte Brancastello

Facciamo un secondo spuntino per evitare di rimanere a secco di energie durante questo impegnativo cammino.
Ripartiamo in leggera discesa prima e per facile sentiero praticamente pianeggiante poi, fino ad arrivare alla base delle Torri di Casanova quando mancano quindici minuti a mezzogiorno.

Torri di Casanova

Ed ora non si scherza più. Qui inizia la parte più impegnativa del Centenario: un interminabile serie di saliscendi su rocce, canalini franosi, ferrate vecchie e pericolose, eccettuate la Gianni Familiari, ristrutturata da pochi anni.
Superiamo quest'ultima senza problemi e iniziamo a cavalcare le montagne russe di questo sentiero con la prossima meta, l'Infornace, che non ne vuole sapere di farsi vedere.
Raggiungiamo un impegnativo tratto poco prima della Forchetta di Santa Colomba dove bisogna scendere aiutandosi con una vecchia corda, spezzata all'inizio e che sta per cedere nel tratto centrale dove si trova il tratto più difficile ed esposto.
Cercando di usarla il meno possibile superiamo il passaggio ed arriviamo alla Forchetta. Tratti critici, per ora, non ce ne sono ma il sentiero è comunque impegnativo.
Alla fine, sono le tredici e trenta, arriviamo in vetta al Monte Infornace. Altra sosta mangereccia prima di proseguire.

Monte Infornace

Davanti a noi, quasi a poterlo toccare, il Prena che una nuvola dispettosa ci copre, impedendoci d vederlo in tutta la sua imponenza.
La sosta dura poco e ripartiamo. Dall'infornace al Prena la via è breve e il dislivello contenuto ma il sentiero è, se possibile, più impegnativo di quello appena fatto.
Un paio di passaggi tecnici ma mai difficili vengono superati senza problemi e finalmente poco dopo le due siamo sul Prena.

Monte Prena

Il tempo di una foto ricordo e ripartiamo. Pochi metri di cresta e poi si gira a sinistra per l'impegnativa discesa verso il Vado di Ferruccio lungo quello che è segnato come un sentiero ma che in realtà è un gigantesco scarico detritico che per piogge e valanghe ogni anno cambia forma.
Anche questo ostacolo è superato velocemente e affrontiamo la seconda parte della discesa, molto più normale che ci porta fino al Vado di Ferruccio, quando sono le tre in punto.
Mancano "solo" trecento metri di salita fino al Camicia ma sono metri complicati. Primo tratto di salita, relativamente breve ma ripido e impegnativo in quanto passa su un mare di enormi sassi che fortunatamente sono abbastanza stabili.
Segue poi un lungo tratto in leggera salita fino ad arrivare sotto al Camicia dove inizia l'ultimo tratto di salita.

La via è su terreno detritico e sdrucciolevole e richiede attenzione ma la superiamo senza problemi fino a quando raggiungiamo il penultimo punto chiave del percorso.
Ci fermiamo sotto una parete rocciosa per l'ultimo spuntino prima di proseguire. Si affrontano ora un paio di placchette lisce ma che grazie a qualche minuscolo appiglio e alla tenuta delle calzature viene superata agevolmente fino ad arrivare al famigerato Canalino del Camicia, una salita di una ventina di metri all'interno di un canalino pieno di detriti e con appigli non sempre affidabili.
Arriviamo all'imbocco e troviamo una piacevole sorpresa: il canalino sembra essere stato pulito. Il gigantesco ammasso di breccia che era all'inizio ora è sparito e, anche l'accumulo di sassi presente al grosso gradino intermedio ora non esiste più.
La salita rimane complicata e richiede tantissima attenzione ma con il terreno quasi pulito e il rischio di provocare frane pericolose per chi sale dietro è quasi nullo.
Anche il canalino alla fine è superato, forse più agevolmente delle altre volte. Rimangono gli ultimi faticosi e interminabili metri di salita e finalmente, poco dopo le quattro siamo in vetta.

Monte Camicia, ultima vetta del Centenario

È fatta, anche questo Centenario con prolunga ce lo siamo portati a casa. Non ci fermiamo in vetta e ripartiamo per affrontare l'ultima fatica del Centenario, l'interminabile e faticosa discesa nel Vallone di Vradda.
Liquidiamo la pratica in poco più di un'ora e finalmente, poco dopo le cinque, siamo a Fonte Vetica, dopo dieci ore e mezza di faticoso ma divertente cammino.
Antonella ci aspetta per riaccompagnarci a Fonte Cerreto dove abbiamo lasciato l'auto ma con se ha un ricco assortimento di ottimi prodotti alimentari per un ottimo "terzo tempo" che consumiamo in allegria a Fonte Vetica.
Grazie ancora Antonella per l'accoglienza che ci hai riservato che, soprattutto dopo questo lungo viaggio, è stata apprezzata tantissimo.
E dopo esserci rinfrancati possiamo ripartire, destinazione Fonte Cerreto, dove recuperiamo l'auto e ci mettiamo in viaggio per tornare a casa, in attesa della prossima avventura.

Ed ora, potete gustarvi le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

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