2022-07-02 Al Corno Grande per la via Direttissima

2022-07-02 Al Corno Grande per la via Direttissima

Localita' di partenza – Parcheggio M. Simoncelli, Fonte Cerreto (AQ)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.426399, 13.527457, 1148 metri

Distanza percorsa – 20,50 Km

Salita accumulata – 2100 metri

Durata dell’escursione – 8 ore 4 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

È la vetta più alta dell'Appennino ed e, anche per questo motivo, la più frequentata anche perché per raggiungerla da Campo Imperatore la distanza e il dislivello non sono proibitivi.

Forse è per questo motivo che non ci vado molto spesso e preferisco affrontare altri percorsi più impegnativi e meno frequentati. Però, ogni tanto bisogna tornaci e allora eccoci qui.

Ovviamente non sono partito da Campo Imperatore, primo per aggiungere un po' di salita all'escursione e secondo, perché fra affollamento, pagamento parcheggio ed altro, d'estate preferisco evitare quel posto.

Sono partito da Roma molto presto per poter iniziare a camminare prima possibile, viste le temperature di questi giorni. Parcheggiata l'auto al Piazzale Simoncelli, a Fonte Cerreto, pochi minuti e sono pronto a partire.

Alle sei precise inizio a camminare. Raggiungo rapidamente la stazione di partenza della funivia e inbocco la solita stradina sterrata a sinistra della costruzione, stradina che lascio dopo qualche decina di metri per il ripido sentierino che mi porta in pochi minuti al primo pilone.

La via prosegue molto ripida senza intervalli fino a circa 1400 metri di quota, dove in corrispondenza del cartello che indica il percorso della Sky Race si può scegliere se proseguire lungo il tracciato di gara o deviare a destra, leggermente meno ripido e più vario.

Io seguo la via a destra, mantenendo sempre una discreta andatura, e quarantacinque minuti dopo la partenza arrivo al secondo pilone, a poco più di 1600 metri di quota.

Inizia la seconda parte della salita con pendenze leggermente più contenute, alternate a qualche breve tratto pianeggiante.

Si sale bene, anche perché fa ancora fresco e non si fatica più di tanto. Supero quindi anche il terzo pilone e arrivo all'ultimo tratto dove la pendenza si fa di nuovo più elevata.

Sette e quaranta e sono a Campo Imperatore. Ovviamente la fontanella è chiusa e non si riesce a capirne il motivo ma lo avevo previsto. Qualche secondo di sosta per indossare cappello e occhiali, visto che intanto è arrivato anche il sole e riparto, in direzione del rifugio Duca degli Abruzzi, prossima tappa della giornata.

Non sono più solo. Numerosi sono gli escursionisti che si apprestano a partire per affrontare le tante e belle vie del Gran Sasso.

Affronto le facili rampe che conducono al rifugio e, in mezz'ora circa sono al Duca. Non c'è ancora gente e mi fermo qualche minuto per mangiare qualcosa. Il Gran Sasso mi guarda e mi attende.

Riparto per la cresta, supero Picco Confalonieri , la Sella di Monte Aquila e inizio a percorrere la via che porta all'inizio della direttissima.

Arrivo all'inizio della salita per il Sassone, forse il tratto più faticoso della giornata, anche per via del fondo scivoloso che non agevola la salita.

C'è gente davanti a me ma non tanta, per fortuna. Raggiungo e supero il sassone e in pochi minuti sono all'attacco della Direttissima.

Sono passate da poco le nove. Mi fermo per indossare il casco. Sono preoccupato per un'eventuale caduta di sassi vista la frequentazione di questa via ed e meglio essere prudenti.

però, sarà l'orario, sarà il caso ma sulla direttissima c'è solo una persona, parecchio davanti a me. Gli altri che ho incrociato salendo al Sassone deviano verso la Ferrata per il Bafile. Meno male ...

Riparto ed inizio ad affrontare le prime rocce. C'è ancora un residuo di neve ma facilmente aggirabile e la salita non ne risente.

All'interno del canale fa fresco e la roccia è abbastanza fredda. Ma non c'è nessuna fretta, nessuno davanti e soprattutto nessuno dietro e mi gusto ogni passaggio tecnico sulle rocce del Gran Sasso.

Quota 2718 circa: il primo passaggio chiave della giornata. Una placca liscia con una spaccatura ora abbondantemente segnalata con una freccia verde dove si deve salire (prima mi era capitato di provare a salire più a destra, per una via apparentemente più facile ma in realtà più complicata).

L'inizio è quello complicato, dove bisogna cercare gli appigli giusti per salire in sicurezza ma lo supero senza problemi.

Si prosegue fino ad arrivare al secondo tratto chiave, un canalino stretto dove si passa con difficoltà e bisogna anche qui studiare bene dove mettere mani e piedi per salire in sicurezza. Inoltre, ci sono parecchi detriti e bisogna fare molta attenzione a non muoverli evitando di fare male a chi, eventualmente, ci segue.

Superato anche questo si prosegue con facili passaggi su rocce fino ad arrivare al terzo passaggio chiave: lo spigolo chiamato Schiena d'Asino, a quota 2840 metri circa, non difficile ma molto esposto che può mettere in difficoltà chi ha problemi con la vista degli strapiombi.

Un po' di attenzione e anche questo viene superato. Non rimane che percorrere gli ultimi metri che mi separano dalla vetta, che raggiungo quando l'orologio segna le dieci, circa.

Sulla vetta del Corno Grande

Ovviamente in vetta c'è gente ma no è (ancora) tanta e riesco a fare la foto di cima senza dover sgomitare. Anzi, trovo anche un angoletto tranquillo dove mi posso fermare per la seconda sosta e per mangiare un po' di frutta rinfrescante.

Finita la sosta saluto i tanti escursionisti presenti, che intanto sono aumentati, e inizio la discesa.

Arrivo all'inizio della via delle Creste (sulla Normale si vedono arrivare tantissime persone e fra poco la vetta sarà decisamente affollata) ed inizio la discesa.

Anche qui non c'è nessuno e si prosegue in tranquillità. Incrocio solo un numeroso gruppetto che sale, ma passo senza problemi. La discesa è molto tecnica e divertente, ovviamente sempre con la necessaria cautela. Correre non è assolutamente indicato.

Sono passate da poco le undici quando arrivo alla fine della via. Mi fermo per togliere il casco ormai inutile e mi rimetto in cammino, lungo il sentiero ora decisamente affollato. Fortunatamente il traffico è tutto a salire e in discesa non trovo quasi nessuno.

Supero la ripida discesa del Brecciaio fino ad incrociare il bivio per il rifugio Garibaldi che inizio a percorrere. Sono di nuovo solo, con l'imponente mole del Gran Sasso a vegliare su di me.

Mi avvicino al rifugio e, prima di raggiungerlo faccio una piccola deviazione verso la Piramide Antinori, caratteristico monumento eretto in memoria di Edoardo Antinori, numismatico, viaggiatore e alpinista italiano per poi riprendere la discesa verso il rifugio, affollatissimo di escursionisti.

Breve saluto e riparto verso la prossima meta. Il sentiero continua a scendere fino alla quota di 2100 metri prima di ricominciare a salire. Sono solo 160 metri fino al Passo della Portella ma sono quasi tutti concentrati nel primo tratto di salita, uno scomodo e scivoloso pietraio dove si fa fatica a camminare, visto che c'è poco dove fare presa.

Finalmente supero questa pietraia ed il resto della salita è più normale e, intorno alle dodici e quaranta arrivo al passo della Portella. Ultima sosta con panino e, Nocino come digestivo, prima di affrontare la lunga e veloce discesa per Fonte Cerreto.

A quota 1880 sosta obbligata alla fonte, unico punto d'acqua di questo percorso, prima di ripartire, per arrivare al piazzale Simoncelli dopo otto ore circa di divertente e impegnativo cammino.

Non mi resta che cambiarmi con abiti asciutti prima di rinfrescarmi con una birra fresca, meritatissima, e poi, rimettermi in auto per tornare al calduccio di Roma.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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