2020-08-08 Sentiero Geologico e M. Aquila

2020-08-08 Sentiero Geologico e M. Aquila

Localita' di partenza – Strada per l'albergo di Campo Imperatore, Km 5,800 (AQ)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.443045, 13.585662, 1810 metri

Distanza percorsa – 10.30 Km

Salita accumulata – 950 metri

Durata dell’escursione – 4 ore 10 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Questo fine settimana su tutto l'Appennino era previsto vento forte da Nord. Che fare? Dopo il solito giro di telefonate Matteo propone di andare sul Sentiero Geologico e l'idea è subito accolta, anche perché, coperti dalla mole del Gran Sasso, dovremmo essere un po' più riparati...

Ed eccoci così, poco dopo le sette, al parcheggio di Vado di Corno, punto di partenza del Centenario, pronti ad affrontare questo itinerario insieme a Daniele, Italo, Matteo e Roberto.

Mentre ci prepariamo scambiamo due chiacchiere con quattro ragazzi che poi scopriremo essere di Arquata del Tronto, che intendono affrontare il Centenario. Viste le condizioni del tempo e soprattutto una grossa nuvola che copre tutto l'itinerario, gli consigliamo di evitarlo, anche perché dovrebbero affrontarlo praticamente tutto immersi nella nebbia, perdendosi tutto il bello di questo percorso.

Decidono di provarci e si avviano lungo la strada sterrata che porta a Vado di Corno.

Noi invece terminiamo di prepararci e dopo qualche minuto partiamo. C'è vento ma non è eccessivo. Senza fretta raggiungiamo il Vado e li incontriamo i quattro di prima che intanto hanno accolto i nostri consigli e per non perdere la giornata, decidono di seguirci.

Superato il Vado, incontriamo il bivio che conduce al Casale S. Nicola che ci lasciamo alla nostra destra, andando nell'altra direzione seguendo quello che resta del sentiero e iniziamo a scendere. La via da seguire è abbastanza riconoscibile e qualche bollo giallo rosso aiuta. Molte sono le frane che ingombrano la via ma fortunatamente non ci ostacolano più di tanto.

Scendiamo fino ad arrivare a quota 1726 metri prima di ricominciare a salire. Raggiungiamo una piccola cresta erbosa a 1850 metri dove si scopre in pieno la vista sul Vallone dell'Inferno. Lo spettacolo è impressionante su questo lato selvaggio e pochissimo frequentato del Gran Sasso; l'affollamento esagerato della via Normale del Gran Sasso, qui, è solo un lontanissimo ricordo.

Lasciamo la cresta e dopo una breve discesa ricominciamo a salire lungo una pietraia cercando la via da seguire. I segni ci hanno ormai abbandonati. Davanti a noi, leggermente a destra, vedo il salto di rocce dove due anni fa salimmo, con qualche piccola difficoltà a causa dell'erba bagnata.

A sinistra, invece, individuiamo lungo la parete rocciosa, una galleria naturale creata dai massi franati dalla montagna e la via, sembra essere fattibile oltre che intrigante. Decidiamo di passare da li, questa volta.

Ci avviciniamo e iniziamo l'impegnativa ascesa incontrando subito dei problemi causati dai numerosi sassi smossi che rischiano di cadere con solo un soffio di vento e, qualcuno decide che non gli serve nemmeno quello.

Mentre Italo, Matteo e Roberto ci precedono, io e Daniele iniziamo una non divertente partita a pallamano, per schivare qualche sasso che arriva dall'alto.

Alla fine però, riusciamo a superare l'artiglieria e arriviamo alla galleria. Il fondo è estremamente precario: ripido e pieno di sassi dove è impossibile trovare qualcosa che stia fermo. Meno male che i sassi che facciamo muovere finiscono in un canalino parallelo alla via di salita, quindi volano giù senza costituire un pericolo per chi ci segue.

Riusciamo ad uscire tutti dalla galleria, con tanto di servizio fotografico. Siamo a 1950 metri e ne mancano più di cinquecento alla cima. Ci muoviamo su una parete erbosa ripidissima, cercando di individuare passaggi più semplici fino a che ricompaiono i segni e con essi il sentiero perso prima delle rocce.

La salita diventa leggermente più agevole anche se la pendenza rimane elevata. Superiamo il ritrovo pastorale, quota 2040 metri circa, e continuiamo la bella ascesa, con le impressionanti pareti del Corno Grande, alla nostra destra fino ad arrivare ad una sella, quota 2330 metri, fra la vetta dell'Aquila, ed un grande dentone roccioso posto lungo la salita.

Il cielo comincia ad essere più coperto e si sente l'effetto del vento che sta spazzando la vetta.

Proseguiamo con la pendenza che diventa più agevole fino a raggiungere, un intrigante canalino roccioso dove bisogna arrampicare ma stavolta con appigli decisamente più stabili (anche se qualche sasso capriccioso, qui, si trova sempre).

Superato il canalino, pochi metri ormai ci separano dalla cima che raggiungiamo dopo circa tre ore di cammino.

M. Aquila: Matteo, Italo, Roberto Daniele ed io

Visto il tempo non c'è l'affollamento che avremmo trovato in condizioni di sole anche se qualcuno comunque c'è, ed in particolare un escursionista con due splendidi husky, forse gli unici a loro agio con questo freddo.

Dopo le foto di cima ripartiamo subito vista l'impossibilità di fermarci. Ci aspetta il lungo sentiero che scende fino al Vado di Corno ma, a parte qualche breve tratto all'inizio, è scorrevole e veloce (e soprattutto, oggi, visibile !!!).

Senza indugio ci incamminiamo e in meno di quaranta minuti raggiungiamo Vado di Corno, dove qualcuno ha lasciato la porta aperta. Il vento è così forte che per fare gli ultimi metri di discesa corriamo il serio rischio di essere buttati a terra.

Raggiunta la strada siamo riparati e tutto torna alla normalità. Gli ultimi quindici minuti fino al parcheggio assomigliano ad una tranquilla passeggiata al parco, in mezzo a parecchi turisti che si avventurano lungo la via nonostante il tempo non bello.

E dopo esserci cambiati, finalmente il meritato brindisi che non abbiamo potuto fare in vetta ma va bene così.

Ora non resta che tornare a Roma ma ovviamente non prima del "terzo tempo" a Fonte Cerreto, come vuole ormai la tradizione di montagna.

Grazie a Roberto, Italo, Daniele e Matteo. È stata un'escursione breve, si, ma molto intensa.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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