2019-11-26 Monte Camicia dal versante Sud Ovest

2019-11-26 Monte Camicia dal versante Sud Ovest

Localita' di partenza – Sterrata per la miniera di Bitume, Fonte Vetica (1540 m.) (AQ)

Distanza percorsa – 12.00 Km

Salita accumulata – 1070 metri

Durata dell’escursione – 6 ore

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Dopo quasi un mese di piogge continue, finalmente una finestra di bel tempo. Le previsioni per l’area del Gran Sasso sono ottime e decidiamo di approfittarne. Eccomi quindi insieme ad Augusto partire presto da Roma per incontrare li Francesco e Paolo.

E, sotto la sapiente guida di quest’ultimo, ci dirigiamo a Campo Imperatore e, in particolare, all’inizio della sterrata che porta alla miniera di bitume e alla Fornaca, nei pressi di Fonte Vetica.

L’intenzione è quella di salire il Camicia per una via non consueta dal versante Sud Ovest approfittando del giro per vedere una serie di antichi stemmi Aragonesi, e in particolare l’ultimo, scoperto da Paolo durante le sue uscite in zona.

Ce ne sarà un quarto a chiudere un possibile quadrato immaginario?

Lasciamo l’auto all’inizio della sterrata e ci mettiamo in cammino. Teniamo un’andatura elevata e dopo pochi minuti il poco di freddo avvertito alla partenza scompare. Anzi, in alcuni momenti si finisce anche per sudare.

Seguiamo la strada fino al bivio per il Vado di Ferruccio che seguiamo per pochi metri prima di deviare a destra e puntare una serie di rocce sopra di noi dove recentemente Paolo ha scoperto la presenza del terzo Stemma Aragonese scolpito su una placca.

Torniamo sul sentiero seguendolo fino a quota duemila dove lo lasciamo per dirigerci in direzione del crinale ovest, verso la cascata.

L'acqua è un elemento molto presente su questo versante e in alcuni tratti ricorda molto la famosa Via dei Laghetti al Prena, tanto che Paolo, in più di un’occasione la chiama “La via dei Laghetti due”.

Superiamo un insidioso tratto roccioso pieno di pozze e cascatelle e dove numerosi tratti di ghiaccio vetrato richiedono estrema attenzione.

Quì ci imbattiamo in un relitto aereonautico, un pezzo di una turbina di motore, resto di un AMX precipitato nel 1994 e di cui trovai già un altro pezzo durante un Centenario di qualche anno fa.

Qualche altro metro di dislivello, finiscono le roccette ed inizia il tratto innevato. Indossiamo ramponi e casco dirigendoci quindi sotto le bastionate.

Arriviamo sotto quest'ultime dove l'ambiente è maestoso ma non possiamo soffermarci molto perché sopra le nostre teste piovono proiettili di neve e roccia. Oggi più che mai il casco diventa l’attrezzo più utile di tutti e ci salva da guai irreparabili.

Eccoci alla cresta che arriva dal Vado di Ferruccio, alla base del famoso Canalino ghiaioso, punto chiave del sentiero del Centenario fatto in estate. Il canale è irriconoscibile, così pieno di neve compatta ma proprio per questo motivo diventa più agevole la sua risalita.

Si procede con la massima attenzione e Paolo ci martella, giustamente, da questo punto di vista, dandoci preziosi consigli sulla progressione.

Alla fine del canale c'è un tratto facile e non eccessivamente ripido che ci fa raggiungere l'ultimo bastione dove tralasciamo il sentiero estivo, a destra, e imbocchiamo un altro divertente canalino, con neve sempre ottima, che ci permette di raggiungere la cresta proprio sotto la vetta che raggiungiamo in pochi minuti di facile cammino.

Io, Paolo, Francesco ed Augusto sulla vetta del Camicia

Soddisfazione massima e panorami stratosferici. La discesa Paolo decide di affrontarla tramite il bellissimo canale di Sud Est che termina proprio sotto alla vecchia croce in ferro del Camicia.

Il solito camoscio curioso spunta dalle rocce e si ferma ad osservarci, prima di tornarsene alle sue occupazioni.

Tramite il colle dell'Omo Morto scendiamo quindi fino ad intercettare il secondo Stemma Aragonese nelle vicinanze di Fonte Grotte. Perdiamo quota sempre nella stessa direzione per arrivare all'ultimo Stemma Aragonese scolpito sempre su un masso erratico nella sottostante piana.

Da li all'auto il passo è breve e dopo esserci cambiati non rimane che prepararci per il ritorno a casa ma non senza la doverosa e gradita sosta ail ristorante La Camardella per un ottimo piatto di pasta alla chitarra annaffiato da un’ottima birra.

Grazie ad Paolo grande maestro di montagna, sempre prodigo di consigli e insegnamenti e grazie a Augusto e Francesco per la bella giornata di montagna.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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