2019-09-28 La vetta Orientale e le sue ferrate

2019-09-28 La vetta Orientale e le sue ferrate

Localita' di partenza – Piazzale dell'albergo di Campo Imperatore (2142 m.) (AQ)

Distanza percorsa – 13.00 Km

Salita accumulata – 1290 metri

Durata dell’escursione – 7 ore 8 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Il programma prevedeva di andare sui Sibillini ma la situazione stradale ancora costringe a larghi giri tali da rendere l’escursione in giornata problematica ed allora, approfittando del fatto che Massimo non ancora ci era stato, abbiamo deciso di salire la Vetta Orientale del Gran Sasso dalla ferrata Ricci.

Partiamo abbastanza presto per essere a Campo Imperatore poco prima delle otto e, dopo la solita e veloce preparazione ci mettiamo in marcia.

La giornata è bella e il clima piacevole anche se leggermente ventoso. Superiamo l’osservatorio sotto lo sguardo di una mandria di tranquille mucche, intente a brucare l’erba del prato e giriamo per il sentiero per la Sella di Monte Aquila.

C’è gente ma l’affollamento estivo sembra solo un ricordo. Speriamo bene.

Venti minuti di marcia e raggiungiamo la sella per poi proseguire seguendo le indicazioni per la via normale al Corno Grande.

Lasciato il bivio ci troviamo all’ombra del Corno Grande e la temperatura diventa decisamente fresca ma la marcia spedita ci riscalda a sufficienza. Raggiungiamo l’inizio della salita sul brecciaio di Campo Pericoli e un po’ la pendenza, un po’ il sole ci cominciamo a scaldare a sufficienza e dopo quasi un’ora di cammino raggiungiamo la sella del Brecciaio.

Un passerotto si mette in posa su un omino di pietra, lasciandosi immortalare mentre guarda le montagne davanti a lui.

Superiamo il sentiero per il Corno Grande dalla via delle Creste continuando lungo la via Normale fino a quota 2670 circa. Qui troviamo il bivio, evidente anche se non indicato, per il Passo del Cannone e il Rifugio Franchetti.

Si sale ancora per pochi metri prima di iniziare la discesa verso la sella dei Due Corni e il Franchetti. Superiamo tratti di semplice disarrampicata aiutati anche da un cavo di acciaio ormai orfano di molti ancoraggi ma che ancora fa il suo dovere.

Superate le ultime difficoltà raggiungiamo il rifugio accolti dal bellissimo Zen, sempre vigile e austero ma che non disdegna qualche carezza. Lo lasciamo al suo lavoro e ci prepariamo per affrontare la via ferrata indossando imbraghi, longe e casco.

Ripartiamo dopo uno spuntino e in pochi minuti siamo all’attacco della via. Superiamo agevolmente il primo ripido ma non difficile tratto attrezzato e, lasciata la corda arriviamo alla base della cresta finale.

Qui inizia il secondo tratto di ferrata stavolta decisamente più adrenalinico anche se mai difficile. La vista della immensa parete nord con l’autostrada un migliaio di metri più in basso non è per i deboli di cuore o per chi soffre di vertigini.

Ma noi non abbiamo questi problemi e, con estremo divertimento, affrontiamo il tratto di arrampicata fino a svettare sulla sommità della cresta e quindi ai 2700 metri dell’anticima della vetta Orientale.

Foto ricordo prima del tratto finale: la via si fa decisamente più ripida ma su sentiero relativamente comodo e, salvo qualche passaggio stretto ed aereo, sicuro e mai complicato.

Ci siamo: in mezz’ora superiamo gli ultimi duecento metri e poco dopo le dodici siamo in vetta.

Massimo, io e Daniele sulla Vetta Orientale del Corno Grande

Non siamo soli ma niente di paragonabile a quello che vediamo sulla vicina vetta Occidentale, come sempre presa d’assalto da decine di escursionisti purtroppo non sempre preparati alle insidie che la montagna può riservare.

Ci sediamo dietro il grande masso piatto che caratterizza la cima e dopo un meritato spuntino brindiamo alla nostra bella salita, con un pensiero al povero Agostino che doveva essere dei nostri ma che è stato costretto al riposo da un banale ma fastidioso incidente casalingo.

Finita la sosta ripartiamo ripercorrendo la via dell’andata fino a quota 2790 circa dove incontriamo alla nostra sinistra il cavo di acciaio della nuova discesa al Calderone.

Superiamo il primo facile anche se un po’ franoso tratto di discesa per arrivare al salto finale: una splendida parete di roccia dove tocca sfoderare tutta la nostra abilità per disarrampicare ma che grazie al nuovo cavo si può affrontare in relativa tranquillità

Bisogna solo stare attenti ai numerosi sassi presenti sulla via, dove farli cadere è un attimo ma fortunatamente tutto va per il meglio e poco dopo l’una raggiungiamo il Calderone. Ci fermiamo a togliere l’ormai inutile attrezzatura, a scattare qualche foto del meraviglioso scenario delle tre Vette prima di ripartire verso il Passo del Cannone.

Ormai si può procedere spediti e in pochi minuti arriviamo al sentiero che scende dalla vetta Occidentale, dal quale arriva una vera e propria processione. Manca solo la statua del santo.

Stesso spettacolo alla Sella del Brecciaio, dove un ingorgo stile saldi al centro commerciale ci costringe a rallentare.

Alla fine però riusciamo a superare il numeroso gruppo e finalmente riusciamo a riprendere il nostro passo fino ad arrivare alle tre circa alla macchina, accompagnati dal vento che è diventato sempre più gelido ma ormai non ci può più nuocere.

Ci cambiamo e poi, dopo una mezz’ora di guida, arriviamo a Fonte Cerreto per il meritato “terzo tempo”.

Grazie a Massimo e Daniele per questa bella giornata sul Gran Sasso.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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