2018-09-29 Il Corno Piccolo per la via Danesi 2018-09-29 Il Corno Piccolo per la via Danesi Localita' di partenza – Piazzale dell'albergo di Campo Imperatore (2142 m.) (AQ) Distanza percorsa – 12,70 Km Salita accumulata – 1160 metri Durata dell’escursione – 7 ore 6 minuti Mappa dell'escursione Profilo altimetrico dell'escursione Vista 3D dell'escursione L'autunno ancora stenta ad arrivare e le giornate sono ancora belle e soleggiate, anche se le temperature si sono un po’ abbassate e allora, perché non approfittare di questa situazione per un’escursione sul Gran Sasso? Approfittando del fatto che Massimo non aveva ancora scalato il Corno Piccolo e che io volevo provare la nuova via ferrata sistemata lo scorso anno sulla via Danesi la scelta è caduta sul grigio monolito, fratello minore, ma solo di nome, del Corno Grande. Partenza da Roma come al solito presto e dopo un’ora di autostrada uscita ad Assergi e via verso Campo Imperatore dove arriviamo poco dopo le otto. L’affollamento del periodo estivo è solo un brutto ricordo e il piazzale è ancora quasi vuoto. Usciti dalla macchina un freddo e insistente venticello ci accoglie: speriamo bene ma ormai siamo in ballo… Ci prepariamo e ci incamminiamo superando l’osservatorio e seguendo la via per la Sella di Monte Aquila prima e per la via Normale al Corno Grande poi. Superata la sella e il bivio per la Direttissima iniziamo a percorrere il piacevole sentiero quasi pianeggiante che ci porta al tratto in salita del Brecciaio, per raggiungere l’omonima sella in un’ora di cammino. Qui tralasciamo le indicazioni per la ferrata Brizio, che sarebbe a questo punto la via migliore per raggiungere la sella dei due Corni ma purtroppo il transito è vietato perché la via è chiusa. Anche se purtroppo le persone che ignorano il divieto sono tantissime. Continuiamo quindi sul sentiero per la Normale al Corno Grande e dopo un altro pezzo di ripida salita arriviamo all’inizio della Via delle Creste e, a quota 2670, alla Conca degli Invalidi. Qui, anche se non segnalato ma ben visibile c’è il bivio per il Passo del Cannone e il rifugio Franchetti. Deviamo a sinistra e continuiamo la salita su un facile cammino fino a quota 2700 circa. Mentre camminiamo all’ombra del Corno Grande, alla nostra sinistra la val Maone, il massiccio Pizzo d’Intermesoli e dietro sempre più visibile, il lago di Campotosto. Finalmente nei pressi del valico ecco il compatto e grigio Corno Piccolo, con le sue numerose vie di arrampicata. Il sentiero a questo punto cambia faccia: inizia una discesa ripida, esposta e molto tecnica ma fortunatamente una corda fissa, in alcuni tratti, aiuta la progressione. Superata questa ripida discesa il sentiero ridiventa quasi pianeggiante fino ad arrivare al bivio, anche questo non molto evidente, fra la via per il Calderone e la discesa per la sella dei due Corni. Noi deviamo a sinistra e procedendo con estrema attenzione su un terreno infido e pieno di sassi mobili arriviamo finalmente alla sella. Dobbiamo ancora scendere per raggiungere l’inizio della Danesi, fino a poco meno di 2500 metri anche qui su un terreno molto instabile ma ormai ci siamo: alle dieci e trenta siamo all’inizio della via. Si ricomincia a salire su un divertente sentiero a tratti tecnico ma mai difficile. Intanto, in alto, si vede l’inizio della ferrata in corrispondenza di un enorme placca di roccia liscia e verticale con alcune persone che stanno iniziando a percorrerla. Continuiamo la nostra salita e finalmente anche noi arriviamo alla base della via ferrata. Ci prepariamo indossando l’indispensabile attrezzatura da ferrata e iniziamo la salita. Il primo tratto, anche se su una roccia ripida e liscia, è quasi banale in quanto attrezzato con comode scalette metalliche. Ma, anche se facile, l’esposizione è notevole e arrivati alla fine della seconda scala uno sguardo in basso metterebbe a dura prova chi soffre di vertigini. Superato il tratto con le scalette, reso più divertente da qualche traverso di collegamento che richiede un po’ di attenzione arriviamo a quello che era il tratto più divertente del vecchio tracciato: il buco sotto il masso incastrato. Purtroppo anche a causa dei recenti terremoti, questo tratto stava diventando sempre più instabile per cui la nuova ferrata passa a sinistra costituendo il tratto più esposto e divertente. Si sale con appigli minimi e non sempre evidenti ma sempre assicurati ad una robusta corda e rendendo la progressione molto divertente. Arriviamo così al tratto più pianeggiante dove riprendiamo il vecchio percorso, in mezzo ad enormi massi incastrati che sembrano voler scendere a valle da un momento all’altro. Ormai ci siamo. Qualche piccola scalata ed arriviamo in vista della vetta. Si tratta di superare le ultime difficoltà anche se una robusta corda, assente nel vecchio percorso, aiuta. Ormai manca solo la bella e ripida placca liscia che conduce alla cima e che costituisce una sfida alla tenuta delle suole. Anche se con molta attenzione, è molto divertente, per chi se la sente, affrontarla in piedi e non a “quattro zampe” Manca qualche minuto a mezzogiorno e siamo in cima. Massimo è molto contento per il suo primo Corno Piccolo e io sono soddisfatto per averlo accompagnato. Io e Massimo, sulla vetta del Corno Piccolo In cima consumiamo il nostro pranzo e, come sempre dopo aver mangiato, un bel brindisi a base di Nocino. Restiamo una ventina di minuti in completa solitudine godendo del panorama circostante prima di iniziare la discesa. Affrontiamo così la bella ma adrenalinica “placca liscia” fino al sentiero per la via Normale (che di normale però ha ben poco …) e quindi, alla fine della ripida cresta si gira a sinistra e si comincia la discesa. La via Normale, soprattutto a scendere, è impegnativa e presenta dei tratti da fare in disarrampicata non banali. Anche qui è presente il “buco” costituito da un grosso masso incastrato dove bisogna infilarsi per scendere. Alla fine però arriviamo al sentiero che risale alla sella dei due Corni e, fra sfasciumi, ghiaia e sassi mobili raggiungiamo la sella. Ancora un po’ di fatica per risalire al passo del Cannone, con lo spettacolo del Corno Piccolo che viene coperto dalle nuvole. Ultime foto ricordo con la montagna alle spalle e via, rapida discesa per raggiungere la Conca degli invalidi prima e la Sella del Brecciaio e il brecciaio poi. Da qui il sentiero diventa quasi turistico e consente un’andatura veloce e riposante che ci porta velocemente al parcheggio, dopo poco più di sette ore di cammino. Solito cambio d’abito prima di ripartire, alla volta di Fonte Cerreto dove ci concediamo una meritata birra prima di ripartire per Roma. Grazie Massimo per la bella compagnia. Ed ora godiamoci qualche foto della giornata. Guarda le foto in formato album Autore: Marco DT Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx . 2018-09-29 Il Corno Piccolo per la via Danesi