2018-02-15 La valle Maielama e le sue vette.

2018-02-15 Le vette della Maielama

Localita' di partenza – Peschio Rovicino, Forme (AQ)

Distanza percorsa – 17 Km

Salita accumulata – 1330 metri

Durata dell’escursione – 7 ore 35 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Anche questa volta, come sempre, un escursione da incorniciare, in compagnia dell’amico Francesco nel cuore del parco del Velino – Sirente. La valle Maielama con la sua prosecuzione, la valle del Bicchero e le cime che le dominano: Punta Trento (2243 m.), Punta Trieste (2229 m.), Capo di Pezza (2176 m.) e Costa Stellata (2151 m.) passando in mezzo ai due guardiani, il Monte Bicchero e Picco Italia.

Dopo esserci incontrati all’area di servizio di Magliano de’ Marsi per una seconda colazione ci dirigiamo verso il punto di partenza, a Peschio Rovicino, vicino a Forme, non lontani da Magliano. Consueta preparazione e partenza alle sette circa. La temperatura è molto bassa ma fortunatamente non c’è vento, almeno qui alla partenza.

Prendiamo la strada sterrata per Fonte Canale per lasciarla dopo pochi metri, dove inizia il sentiero per la valle Maielama alla nostra destra. Il terreno è coperto da un leggero strato di neve recente, non ghiacciata che rende più soffice il nostro procedere. La valle è in ombra e lo rimarrà per un bel po’ ma il passo veloce che teniamo ci permette di riscaldarci e, dopo qualche minuto non sentiamo più i morsi dell’aria fredda del mattino.

Si viaggia in leggerissima salita, quasi in piano, fino a raggiungere il bivio con il sentiero per il Vallone della Genzana, a poco più di 1400 metri di quota. La pendenza inizia ad aumentare insieme allo spessore dello strato di neve. Fortunatamente non si sprofonda per più di una ventina di centimetri e quindi non si fatica più del normale, anzi, sfondando la neve si formano dei gradini che permettono di salire più comodamente rispetto al sentiero estivo.

Proseguiamo con un buon passo mentre in sole comincia a farsi vedere da dietro al Magnola. Ci fermiamo qualche minuto per godere dei tiepidi raggi e per gustare un sorso di buon the caldo con miele, provvidenzialmente portato da Francesco.

Si riparte continuando con la piacevole salita nel Vallone del Bicchero. La valle ancora ci ripara dalle violente raffiche di vento che invece spazzano le cime intorno a noi e ci provocano qualche leggera apprensione ma siamo adeguatamente equipaggiati e, dovremmo essere in grado di resistere.

Intanto, raggiunti i 1800 metri di quota vediamo i due “guardiani” posti ai lati del nostro sentiero: Il Monte Bicchero e il Picco Italia. Li saluteremo al passaggio ma senza scalarli, per questa volta. Intanto siamo arrivati alla sella del Bicchero, poco sopra ai 2000 metri dove trovato un punto assolato e senza vento ci concediamo una piccola sosta per gustare un po’ di frutta prima di proseguire.

Quando ripartiamo ci dirigiamo dritti alla cima di Punta Trento, su un’immensa spianata bianca di neve compatta. Una volta raggiunta la cima, la piacevole sorpresa: il vento c’è ma è poco più di una brezza anche se molto freddo ma se adeguatamente coperti sopportabilissimo. Intorno a noi un tripudio di montagne innevate rese ancora più vicine dal cielo limpidissimo per via del vento freddo.

Dopo la solita raffica di foto e autoritratti lasciamo la cima di Punta Trento per dirigerci verso Punta Trieste. Seguiamo la cresta visto che il sentiero è coperto dalla neve e, a parte qualche piccolo passaggio tecnico, facilmente superato usando la doverosa prudenza (e la piccozza, per gestire eventuali scivolate …), raggiungiamo facilmente la sella fra le due cime (2100 m. circa) prima di ricominciare la salita, sempre procedendo su una neve sufficentemente compatta ma mai ghiacciata e pericolosa.

Anche Punta Trieste è raggiunta. Solite foto e via per le prossime vette stavolta su una cresta comoda, larga e con pendenze modeste. Il vento è sparito del tutto e, anche se l’aria è molto fredda, non è un problema.

Siamo a Capo di Pezza dove facciamo un’altra sosta mangereccia seguita dal solito digestivo (e aiuto alla discesa) a base di Nocino casereccio prima di ripartire per l’ultima cima.

Un "selfie" in cima a Capo di Pezza

Finalmente arriviamo a Costa Stellata, seguendo una cresta bellissima e ricca di grosse cornici di neve, dalle quali passiamo a doverosa distanza ma che una volta in vetta ci divertiamo a fotografare da vicino, vista la non eccessiva pendenza del fianco della montagna sottostante.

Lasciamo l’ultima cima per iniziare la ripida discesa verso il sottostante vallone della Genzana. Ormai siamo sul versante Sud della montagna, il vento è un lontano ricordo e le temperature sono decisalmente più alte e gradevoli. Affrontiamo velocemente il primo tratto di discesa in quanto completamente innevato fino a quando ci troviamo ad affrontare un tratto più scoperto dove chiazze di neve si alternano a sassi ed erba bagnati.

Arrivati a 1700 metri circa, lasciamo la cresta per deviare alla nostra sinistra lungo il fianco di Costa Stellata e, aiutati dalla neve arriviamo nella valle sottostante. Fa caldo ma ormai manca poco. Si percorre un breve tratto nel centro della valle seguendo il sentiero che a quota xxxx devia a destra per scendere velocemente fino alla valle Maielama, sotto di noi.

Diamo un ultimo sguardo alle imponenti rocce della Selva del Coco, guardando un intrigante canalino alpinistico che sale verso la cima e cercando di valutarne dal basso la fattibilità, prima di affrontare l’ultimo tratto di discesa nella valle Maielama fino a raggiungere, poco dopo le 14:30, le macchine a Peschio Rovicino.

Doverosa rinfrescatina e cambio d’abito e quindi volata a Magliano, dal solito Bibo, per una meritata birretta, prima di tornare a casa.

Grazie ad Francesco per la bella e intensa escursione.

Ed ora godiamoci qualche foto della giornata.

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Autore: Marco DT

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